Autore: Laura Benincasa
Categoria: Emergenza Covid-19
Com’è noto, l’INAIL ha emanato, con la finalità di supporto al decisore politico in occasione della così detta “fase 2” del periodo di emergenza sanitaria causato dalla pandemia, importanti “linee guida” che si pongono, oggi, come una sorta di “manuale di istruzioni” ad uso e consumo delle aziende che si trovano a dover riprendere le attività dopo il periodo di “lockdown” o, per le aziende dei comparti ritenuti essenziali, a dover aggiustare il tiro, per così dire, delle misure anti contagio adottate nella fase emergenziale, su iniziativa più o meno spontanea.
Lo studio (questo il link https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-coronavirus-fase-2-documento-tecnico-lavoro-2020.html affronta in modo sistematico la problematica del rischio infettivo sul posto di lavoro e in occasione di esso, posto che è stato acclarato che il rischio di infettarsi sul luogo di lavoro è concreto e significativo.
Viene pertanto individuata una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio, nel senso che occorre tenere in adeguata considerazione che le fonti di contagio della malattia da Covid 19 possono non soltanto risiedere stabilmente sui luoghi di lavoro (si pensi al comparto sanitario), ma anche essere introdotte inconsapevolmente dall’esterno: pertanto il rischio di contagio si annida in qualsiasi occasione lavorativa, e le fonti del contagio stesso si atteggiano diversamente in presenza di variabili che vanno assolutamente e attentamente valutate nel contesto aziendale di riferimento da quegli organi e figure aziendali che sono già legislativamente preposti alla valutazione, gestione, e prevenzione dei rischi.
In altre parole, il quadro normativo attualmente vigente (e segnatamente il decreto 81 del 2008, più volte richiamato all’interno del documento INAIL) può costituire, e di fatto costituisce pienamente, un solido e collaudato riferimento per le aziende che si stanno confrontando con la ripresa a pieno ritmo della attività lavorativa. Evidentemente andranno considerate attentamente le necessarie specificità di questa terribile malattia contagiosa, peraltro, come tutti sappiamo, in parte ancora sconosciuta non soltanto per quanto riguarda la cura e la gestione dei malati, ma anche per ciò che concerne le conseguenze, al momento quasi completamente ignote, dei suoi postumi sulle persone che malauguratamente si sono ammalate o dovessero ammalarsi in futuro.
Questa consapevolezza impone una cautela sociale particolarmente alta, cautela che è stata universalmente individuata prima di tutto nella necessità assoluta di creare tutte le condizioni per scongiurare l’eventualità del contagio.
Continua…